I designer da tenere d’occhio visti all'ultima London Fashion Week (2024)

Dalla Swinging London di Mary Quant, la “ragazza tanto carina ma dall’aria un po’ maschiaccia” cantata dai Beatles nell’album Abbey Road (1969), al Let it Rock, il negozio aperto da Vivienne Westwood al numero 430 di King’s Road nel 1971, presto divenuto punto di riferimento di una Londra ribelle e di una moda futura, la capitale britannica ha mantenuto il primato di regno dell’eccentricità e della libera espressione. Un’antologia di aggettivi che vanno dal punk al rock, passando per il pop, il kitsch e il camp, sfilano da quarant’anni sulle passerelle londinesi, sempre pronte a raccontarci qualcosa di nuovo. Patria di alcuni dei poli artistici più importanti al mondo, ogni anno il sistema educativo britannico sforna infatti nuovi talenti che, forti del supporto del British Fashion Council, debuttano alla London Fashion Week. Benché i tempi rendano difficile alle etichette emergenti il rimanere a galla – non solo in UK, ma ovunque – Londra rimane un’imprevedibile fucina di talenti. Ecco quelli da tenere d’occhio secondo Harper’s Bazaar.

I designer emergenti da tenere d’occhio alla London Fashion Week

Paolo Carzana

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Melanchronic Mountain è il nome dell’Autunno Inverno 2024/2025 di Paolo Carzana, il designer gallese fondatore dell’omonima etichetta. Una crasi fra “melanconico” e “cronico”, da accostarsi al paesaggio della montagna, il titolo della sfilata fa riferimento ad un viaggio vestimentario attraverso luoghi di buio e tempesta finché, oltrepassate le nuvole, non si raggiunge la luce. Si tratta del secondo debutto di Carzana alla London Fashion Week e, al di là delle visibili evoluzioni di uno stilista agli inizi di carriera, i capisaldi della suo modo di fare moda rimangono gli stessi: materiali naturali, organici e riciclati, coloranti naturali e temi attuali. Allo stesso tempo, il suo approccio artigianale all’abito e le tinture realizzate a mano lo traghettano al di là della moda nel ruolo di artista-pittore senza tela – ma dopotutto a Carzana bastano i suoi tessuti.

Chet Lo

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Una laurea in maglieria alla Central Saint Martins nel 2020, un gavetta tra le file di Proenza Schouler e Maison Margiela accanto al maestro John Galliano e, infine, la firma sul calendario della London Fashion Week. Il suo regno è quello della maglieria, significativamente caratterizzata nell’ultima collezione da rigonfiamenti appuntiti a squarciare lo spazio esterno dell’abito, uniformi in simil-pelle di serpente smembrata in più punti, copricapi protettivi e tessuti dalla texture morbidissima, quasi liquida. Quello di Chet Lo è un mondo al confine tra occidente e oriente, che per l’Autunno Inverno 2024/2025 ha scelto di ispirarsi all’armata di terracotta del corredo funerario dell’imperatore cinese Qin Shi Huang. Da qui le cromie terrose e le applique in metallo, quasi a ricordare antiche armature, da far sfilare al ritmo martellanti tamburi.

Tolu co*ker

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La pratica multidisciplinare di Tolu co*ker fonde artigianato, innovazione tecnologica e illustrazione. La sua formazione multiculturale – Tolu co*ker è nata nel Regno Unito da genitori nigeriani – informa una narrazione identitaria forte, che guarda a temi sociali complessi. Lo ha dimostrato con Broken English, la collezione presentata alla fashion week londinese, dove a fornire l’ispirazione erano gli abiti, i colori e l’audacia dei venditori ambulanti di Accra. Un linguaggio di sostenibilità sociale e materiale, che si esprime anche nell’uso di materiali riciclati, pelli ecologiche e denim invecchiato. La prevalenza di tonalità ocra, disciolte in stampe o in tessuti monocromatici, e gli inserti rosso vivo, esprimono la vita a colori sulle strade di Accra.

Masha Popova

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Masha Popova e il suo marchio eponimo si muovono sulla linea di confine tra glamour e realtà, tra la patina estetizzante del bel mondo e quel che sta sotto. È per questo che nelle sue creazioni troviamo l’alta moda degli anni venti, il minimalismo degli anni Novanta e un’irriverenza totalmente contemporanea. Il suo terreno di gioco è quello del denim, ma con Monster – titolo dell’Autunno Inverno 2024/2025 – si è spinta più in profondità, sperimentando nuove forme di tessuto. La collezione, una parodia ben fatta degli “elementi del lusso”, presenta capi sfilacciati, motivi a stella, tinture tie-dye, spille in cristalli e pezzi di tiare rotte ad opera di Rebekah Kosonen Bide.

Yuhan Wang

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Il credo della designer cinese Yuhan Wang è limpido e ben esplicitato. Nel panorama dei talenti emergenti Wang si è ritagliata in poco tempo un spazio di indagine e rivalutazione del femminile, inteso a scardinare le nozioni di fragilità e sensibilità. È, insomma, una poetica che fa del corpo della donna uno strumento di rivendicazione, dove la femminilità sobria e dimessa della tradizione cinese e la cultura delle moderne eroine occidentali sono magistralmente drappeggiati, per dar vita ad altro. Lo si è visto anche in occasione di questa London Fashion Week, dove l’ispirazione tratta da importanti donne di legge, quali i giudici Sandra Day O’Connor e Brenda Hale, si è tradotta in un dialogo fra uniformi sartoriali da un lato, pizzi, collant e fiorellini dall’altro. Il tutto velato di sapiente ironia.

4 MUST HAVE DA COMPRARE PER IL 2024

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Melyon Day Cream

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Acne Studios Bomber in similpelle

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Burberry Burberry Ballerine LF Sadler in pelle

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Bottega Veneta Bottega Veneta Orecchini in argento
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